sabato 24 ottobre 2009

Come una famigliola all'Ikea


Se in questi giorni abbiamo trascurato questo diario è perché avevamo le mani occupate.
Probabilmente non interesserà a nessuno ma noi ci tenevamo a dirlo lo stesso.
Un po' perché siamo logorroici, un po' perché ci dà fastidio che ci pensiate con le mani in tasca, un po' perché ci piace raccontare i fatti nostri.
Se non fosse così avremmo scelto un altro lavoro, non vi pare?
Tuttavia il nostro silenzio ha una buona motivazione scientifica: stavamo sperimentando di persona la fisica dell'impenetrabilità dei corpi.
Le nostre mani erano occupate nell'inumano tentativo di far entrare un ufficio in una Citroen Picasso (quella vecchia e senza contagiri).
Ci sembra di aver già ricordato che siamo testardi. Inutile dunque che vi diciamo come è andata a finire. Ovvio che anche la fisica si sia piegata al nostro volere.
Certo, c'è chi si è dovuto fare il viaggio di ritorno seduto sul cruscotto, con i piedi puntati sul parabrezza e le mani dietro la nuca a sorreggere una scaffalatura nella classica posa di Atlante, ma sono sacrifici che ogni famiglia deve fare quando c'è di mezzo la costruzione del proprio nido.
E' che da quando è stata fondata la Microboh una strana euforia ci pervade. Un'ebbrezza a cui non siamo abituati, nemmeno Massi che di ebbrezze se ne intende. E cosa fa l'italiano medio quando è allegro? A parte cantare, l'italiano medio spende, acquista, fa shopping. Sereni e inebetiti come una famigliuola in villeggiatura abbiamo vagato senza meta tra mercatini del modernariato, sottoscala polverosi e le frecce giallo/blu del noto magazzino svedese.
In fondo un pizzico di normalità ce lo siamo guadagnati, non vi pare?
Ora però si ritorna a dare gas... con mouse e tastiera.

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