giovedì 31 dicembre 2009

Buonanotte 2009




Oggi si chiude il 2009, l'ultimo anno del decennio, l'anno in cui tutti abbiamo sentito l'acutizzarsi della crisi, il primo anno di Obama alla guida degli States e della prima gara di Simoncelli in SBK (giusto per ricordare due fatti importanti sul piano internazionale). Il 2009 del successo di Arisa a San Remo: sincerità.
Il 2009 dello strapotere sportivo della Yamaha e della drammatica decisione della sua dirigenza di chiudere una parte dello stabilimento di Gerno di Lesmo con relativi 60 licenziamenti. Il 2009 in cui stessa sorte è capitata ai colleghi di Mandello Del Lario e agli americani della Buell e purtroppo a molti altri lavoratori, non solo delle due ruote.
Il 2009 del terribile terremoto in Abruzzo e dell'alluvione nel messinese. Il 2009 delle statuette del duomo e degli psicolabili che invocano vendetta e scavalcano transenne e security. Il 2009 delle trans e del ritorno in voga del partito dell'amore. Il 2009 dell'Inter che non convince in Champions (beh questa non è un'esclusiva del 2009). Il 2009 dei video scandalo e dei ricatti, della condanna a Fabrizio Corona che in un attimo di lucidità ha dichiarato "questo paese è una merda". Pare ci sia arrivato da solo.
Il 2009 in cui anche noi di Real-Bikes abbiamo conosciuto la disoccupazione e abbiamo cercato di reagire con l'unica arma che possediamo: la testa dura. Il 2009 in cui abbiamo scoperto che si poteva fare, il 2009 in cui ci siamo sentiti prima sconfitti e poi di nuovo in battaglia. Il 2009 in cui abbiamo amato, sperato, pianto e riso (poco, ma ogni tanto è successo e pure di gusto). Il 2009 in cui abbiamo gioito, sudato, studiato, imparato e reagito. Il 2009 che ci è sembrato un limbo e che ci lascia ancora con un'incertezza fastidiosa. Molte domande attendono questo 2010: si parlerà ancora incessantemente di crisi? Rossi vincerà di nuovo? La Multistrada sarà un successo commerciale? La BMW saprà imporsi anche nel segmento delle sportive? Il Parlamento farà qualcosa per la sicurezza stradale oltre a comprare delle auto blu più sicure? Internet vincerà il Nobel per la Pace? La Moto2 sarà un bidone? Pedrosa farà a spallate con Lorenzo per la gioia del pubblico spagnolo? Simoncelli riuscirà a pettinarsi?
Non ci resta che attendere. Nel frattempo auguriamo a tutti un buon brindisi.
Buonanotte 2009, nulla di personale, ma non ci mancherai.

martedì 22 dicembre 2009

Buon Natale

(Photo credit: Funboy30)


Siete stati bravi quest'anno? Avete fatto l'albero? E il presepe? Preparato calze e dolciumi vari? E il panettone nel camino per attutire il colpo? Bene, perché manca poco, siamo agli sgoccioli. Ancora poche ore e sarà Natale. Qui a Real-Bikes grazie all'intervento della piccola Eleonora possiamo dire di avere uno sfavillante albero di Natale, quanto alle buone azioni siamo un pochino carenti. Ci rimangono ancora pochi giri di lancetta per recuperare in extremis la fiducia di quel vecchio barbuto privo di gusto nel vestirsi. Per fortuna che il Natale viene una volta l'anno perché non riusciremmo a fare i buoni a lungo. Cerchiamo di farlo ora perché prevediamo che anche per il 2010 tenderemo più al bastardo.

Vorremmo fare gli auguri di Natale a tutti, in particolare a chi ci vuole male (come dare loro torto?). Il nostro primo pensiero è sempre per loro.
Vorremo poi fare gli auguri a tutti i nostri amici e collaboratori, persone fantastiche senza le quali RB sarebbe rimasto solo un'idea: grazie per la professionalità e per l'entusiasmo. Siamo all'inizio, ma abbiamo dato una bella spedalata e il motore si è acceso...
Buon Natale a chi ha già creduto in noi e a chi si è fidato.
Auguri a chi preferisce stare a guardare, noi preferiamo giocare. Poi casomai ne riparliamo quando c'è da tirare un po' il fiato ché il fisico è quello che è.
Tanti auguri agli operai di Gerno di Lesmo che in queste ore stanno sfidando la neve sul tetto di un'azienda che non li vuole più. E tanti auguri alla Yamaha che ha dovuto prendere una decisione difficile e impopolare ma ha cercato la correttezza comunque.
Tanti auguri a Valentino Rossi e a Ben Spies che quelle Yamaha quest'anno le hanno fatte volare. Sono stati i più forti, non ce n'è.
Buon Natale alla Ducati anche se le è partito l'embolo dell'elettronica. Chissà quante lucine a Borgo Panigale...
Buon Natale alla Dorna, anche se ha ucciso la 250 (qui magari un po' di carbone...).
Tanti auguri a Jorge Lorenzo, a Stoner, a Simoncelli (però basta parolacce!) e a tutti i giovani talenti del motociclismo mondiale che ci fanno emozionare ad ogni gara.
Tanti auguri a tutti i colleghi giornalisti e fotografi che con onestà fanno il proprio lavoro anche quando si fa dura.
Buon Natale a chi lavora e a chi è in cassa integrazione. Il triplo di auguri a chi un lavoro non ce l'ha più.
Tanti auguri ai costruttori cinesi affinché imparino. Ma tutto però!
Tanti auguri a Moto Morini, a Benelli e a Bimota perché non sono e non siano solo storia.
Buon Natale e buon riposo ai designer della Suzuki che hanno bisogno di un po' di relax.
Tanti auguri alla MV Agusta che non molla neanche quando le staccano l'ossigeno e alla Harley-Davidson che invece l'ha mollata dopo la luna di miele. Non poteva funzionare.
Tanti auguri alla Honda che quest'anno ha fatto una cosa sola ma l'ha fatta bene (la VFR). E in particolare auguri e un in bocca al lupo a Carlo E. detto "Curly Wurly".
Buon Natale agli operai di Mandello del Lario che sono sempre di meno e buon Natale a Pierre Terblanche nella speranza che i suoi concept non siano la balla che sembrano. Buon Natale alla Piaggio e a Roberto Colaninno affinché non si dimentichino mai che producono moto.
Tanti auguri ai nostri parlamentari, sperando che tra uno scudo fiscale e un incentivo per l'auto si ricordino anche dell'azienda delle due ruote e soprattutto della sicurezza stradale di milioni di italiani. Buon Natale a maggior ragione a chi come l'Associazione Motociclisti Incolumi combatte per la nostra sicurezza.
E, ovviamente, tanti auguri a noi: scusateci ma siamo abituati così, se qualcosa non la troviamo ce la facciamo da soli.

mercoledì 16 dicembre 2009

Letture: La rivoluzione in bicicletta

LA RIVOLUZIONE IN BICICLETTA
di Mempo Giardinelli
Edizione Le Fenici tascabili, Guanda, 2009
266 pagine, 8.50 euro


"La rivoluzione in bicicletta" è uno di quei libri in cui ci si imbatte per caso e che sempre per caso ti rimangono attaccati alla mano. L'argentino Mempo Giardinelli non è un nome illustre della letteratura contemporanea ma ha al suo attivo una decina di bei titoli, tra cui "Finale di romanzo in Patagonia" e (ho scoperto poi) ha pure una faccia simpatica (potete controllare su www.mempogiardinelli.com). Pubblicato da Guanda per la prima volta nel 2003 e da qualche mese disponibile in edizione tascabile, "La rivoluzione in bicicletta" è un racconto che sta al confine tra il memoir e la narrativa, tra invenzione letteraria e racconto storico. Sin dalle prime righe ci si immerge nel polveroso Chaco argentino. Nel calore estivo un vecchio esule paraguaiano, ex maggiore dell'esercito, fabbrica mattoni con l'aiuto di moglie e figli in attesa che la sua rivoluzione ritorni a chiamarlo alle armi. Lontano dalle battaglie politiche e dagli ideali di partito ha sacrificato la sua vita e quella della sua famiglia per il sogno di una rivoluzione democratica che restituisse al suo popolo futuro e dignità. Sollevazioni militari che egli stesso ha capeggiato dalla sella della bicicletta. Una giornata vissuta alternativamente al fianco e nei racconti del vecchio combattente che non si arrende all'età, agli acciacchi e alle ossessioni oltre che alla possibilità che la rivoluzione possa morire e non tornare mai più. "La rivoluzione in bicicletta", al di là di alcuni nomi inventati, è la storia vera, poetica e commovente di uno dei rari rivoluzionari che hanno raggiunto la senilità e loro malgrado la pensione. Lo stile narrativo di Giardinelli con mestiere e sensibilità possiede tutto il calore sudamericano. Con un linguaggio diretto e vivace trascina il lettore dentro e fuori i pensieri del protagonista in un libro da leggere tutto d'un fiato.

RB SCORE 6/7


venerdì 4 dicembre 2009

Gli ultimi arrivati


Cosa possono dirvi di nuovo gli ultimi arrivati?
Beh... intanto che sono arrivati.
Da oggi il sito Real-Bikes.com è attivo. Di conseguenza ora ci tocca lavorare sul serio.
Per noi è già una grande conquista: la possibilità di poter raccontare e commentare quello che avviene nel mondo moto (ma come vedrete non solo in quello) senza filtri di alcun tipo è una soddisfazione che, per citare un noto spot, non ha prezzo. Tra la notizia, noi e voi non ci sono barriere, non ci sono interessi di gruppi industriali ed editoriali, c'è solo la nostra forza di volontà, la voglia di sperimentare e quel prurito che ogni tanto ci prende quando constatiamo come funzionano certe cose qui in Italia. Ma oggi non è giorno di polemiche, oggi è giorno di festa.

Non ci piace raccontare balle o peggio essere retorici. Non vi diremo mai che il nostro successo sarà il vostro successo e non vogliamo introdurre il nostro lavoro con promesse elettorali. Se vi stiamo simpatici seguiteci, stiamo cercando nel nostro piccolo di cambiare il mondo. Immaginateci se volete come dei presuntuosi Don Chisciotte in motocicletta. Non è nostra minima intenzione porci in contrapposizione con le testate e i giornalisti che da anni svolgono con serietà e onestà il proprio mestiere, desideriamo offrirvi soltanto una nuova chiave di lettura.

La moto è libertà è indipendenza ma è anche divertimento e cercheremo di tenerlo sempre a mente.

Quello che vedete da oggi all'indirizzo www.real-bikes.com è l'anteprima del nostro sito, in gergo è quella che viene detta Versione Beta (qui non c'entra la nota factory toscana) o Versione Test se preferite. Già perché qui è tutto un cantiere in continua evoluzione e la versione definitiva arriverà a gennaio, promesso. Perdonate dunque se alcune funzioni sono ancora inibite, ma avevamo la "fregola" di andare on-line e capire le vostre reazioni. Siamo sulla strada giusta? Ditecelo a info@real-bikes.com.
Ci auguriamo che quello che diciamo, facciamo, scriviamo e fotografiamo sia di vostro gradimento. Da oggi iniziano le trasmissioni e ogni vostro contributo non è solo lecito, è gradito.
Buon divertimento.

domenica 15 novembre 2009

Impressioni d'autunno

Eicma 2009, il primo Salone di Milano per Real Bikes e, secondo alcuni, il primo della crisi (non è chiaro se sia un caso che le due cose coincidano). Il nostro ritratto dell'evento è uno zapping tra gli stand su moto, figure, momenti e dettagli, senza fare troppe distinzioni tra quello che di questa edizione doveva essere immortalato per forza e quello che per i più non fa notizia. La selezione è (viziosamente) casuale.

La sfidante
Riuscirà la Yamaha Super Ténéré a insidiare lo strapotere della BMW GS? Sembra chiederselo anche Enrico Pellegrino, direttore di Yamaha Motor Italia, mentre scruta la concorrenza bavarese non avendo uno stand proprio da presidiare.

Come prima, più di prima
Tolto il telo la star mostra le sue grazie allo sguardo investigatore e penetrante degli obiettivi. La stampa sgomita per il primo scatto alla sua sesta misura. Come prima, più di prima.

Gradisce un caffè?>È questo il futuro delle café racer? Sono passati trent'anni dalla Yamaha Morpho eppure non ci sembra che le cose siano cambiate più di tanto. Tuttavia il Concept 6 è una gradita sorpresa anche se a colpo d'occhio non dà l'idea di essere molto agile. E nemmeno poi così sorpresa.

Smotardiamo tutti

D'altra parte se lo hanno fatto a Mattighofen, a Monaco e a Bologna, perché non dovrebbero farlo anche a Mandello? Dopo Supermoto, Megamoto e Hypermotard (e Granferro) arriva (si fa per dire) pure la Guzzi da derapata. Come si chiamava quel film di Mel Brooks del 1987 che non ricordo?

Giù le mans!

LM: troppo scontato interpretare l'acronimo come Le Mans. Secondo noi sta per “La Maniglia”. Quella che spunta dal codone di questo prototipo e che permette di sollevare sella e serbatoio in un sol colpo. E poi in Guzzi non vogliono che si facciano allusioni sull'affidabilità...


Venghino siori, solo per questa sera...

Roberto Da Crema, maestro delle televendite, è un habitué del salone milanese. Crediamo sia un caso averlo incontrato nello stand Moto Guzzi davanti ai concept di Terblanche.


People from Pechino

Chinamotor? No, Eicma. Proseguono i gemellaggi con il Far East dove sono molto interessati al made in Italy. Anche qui c'è molto interesse per il made in China, soprattutto da parte della Guardia di Finanza e delle associazioni dei consumatori.

Spunta la luna dal monte

La Kawasaki Versys è stata rinnovata nello stile e lo si capisce soprattutto dal frontale che perde il caratteristico fanale a funghetto. Ora ha un che della Bimota Mantra (chi la ricorda?) e pare anche più curata. Ce ne compiaciamo.


Moulin Rouge

Siamo stati nel lussurioso stand Kawasaki e ci siamo sforzati e risforzati di fare attenzione alle novità, in particolare alla nuova Z1000. Non ci crederete mai, ma non ce l'abbiamo fatta. Sappiamo solo che è nuova, per il resto fate voi.

La Cina e il design

Great motorcycle. È proprio quello che abbiamo pensato imbattendoci nello stand Haojin. Ci siamo imbattuti, perché non è una di quelle cose che ricerchi. Invece pare molto ricercato il design della gamma Haojin. Ora ricercano anche qualcuno a cui piaccia. Anche il designer, pare, sia ricercato.

E' qui la crisi?

Altro spaccato d'Oriente in visita: in generale però le espressioni degli espositori asiatici sono meno gioviali che in passato e si percepisce una certa preoccupazione nell'aria. Sono entrati anche loro in modalità crisi o l'accoglienza si è fatta meno calorosa?


Sportive d'Oriente

Finalmente un prodotto originale. È quasi inspiegabile che in Italia non ci sia la ressa per acquistare questa Sanlg 250. E pensare che sessant'anni fa si dicevano le stesse cose delle moto giapponesi. Stiamo facendo gli stessi errori?

Mani trendy

Fino a due anni fa nessuno sapeva nemmeno della loro esistenza. Oggi i guanti Mechanics sono un accessorio di tendenza, una di quelle cose che distinguono gli “in” dagli “out”. E pensare che sono nati per i meccanici, che in genere non si curano di moda.

Se Sei Benelli

La moto più ammirata e fotografata dello stand Benelli è stata questa fiammante 750 Sei del 1974. Cambio a 5 marce e 71 CV di potenza massima dichiarata a 8500 giri. Ai tempi fece discutere ma non ebbe il successo commerciale sperato, ma forse potrebbe averlo oggi. Perché non rimetterla in produzione? Uguale identica però.


Dubbi amletici

Prima erano tondi, ora sono quadrati. Cioè non proprio quadrati, ma hanno gli spigoli. Sono sempre quattro e puntano sempre verso l'alto. Spuntano sempre dal codone ma si nota di più che si fondono in un'unica padella subito dopo. Li possiamo chiamare ancora canne d'organo?


Ciùmbia!

Yamaha VMax e H-D V-Rod hanno 18 mesi di tempo per prepararsi alla botta. Un po' Confederate Wraith, un po' Vincent Black Lightining dei tempi moderni, la Duu unisce scuola europea e americana. Prenderà il posto della Buell? Beh, a occhio e croce di posti ne prende duu.


Ragazzaccio con signora

Anche se la signora probabilmente non se n'è accorta, la Fat Boy Special è un modello nuovo per il 2010, è l'edizione dark incattivita del celebre softail di Terminator. Eppure la signora non sembra impaurita.


Corsaro in gabbia

Oltre alla Granferro, la Moto Morini ha portato a Milano uno studio stilistico sul prossimo eventuale restyling della Corsaro. In effetti a noi sembrava proprio una Corsaro.

Multicuriosity

Con sofisticatissimi sguardi laser a infrarossi i giapponesi scrutano tutto il popò di elettronica della nuova Multistrada. Noi, nel mentre, scrutiamo il suo becco: ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?


Genuine spazzolate alluminium

L'edizione Ducati Corse della 1198 ha attirato molti sguardi perché è quel tamarro che piace. D'altra parte non tutti possono permettersi di essere tamarri. C'è chi può e chi no. Lei può.

Tiene enduro

Da 610 a 630, facile no? La Husqvarna ha passato tempi migliori, ma non si lamenta, mostra vitalità e continua per la sua strada, o meglio fuoristrada.


Importer welcome

Se hai velleità imprenditoriali, fatti avanti. Un po' come zio Sam la CPI aspetta proprio te. Dopo i fasti degli anni scorsi lo stand dimesso di quest'anno lascia sgomenti: la Cina è vicina, ma forse pure la crisi.


testo REAL-BIKES.com foto: Massimiliano Serra

lunedì 9 novembre 2009

1,2,3... pronti?


Tra poche ore a Milano comincerà il carosello EICMA.
Oggi pomeriggio alle 17, come da consuetudine, sarà la Ducati ad aprire le danze con l'ormai tradizionale presentazione "fuori salone". Si sa che dovrebbe esserci la nuova Multistrada. Di certo ci sarà tutta la stampa, sui blocchi di partenza, vogliosa di immortalare la novità.
Ci saremo anche noi, per la prima volta nella veste ufficiale di Real-Bikes.com.
Siamo un po' emozionati, è logico.
Dopo mesi passati a lavorare nel sottobosco ora usciamo allo scoperto.
Lo facciamo per raccontare la nostra idea, e questo è ciò che ci emoziona di più.
Ma lo facciamo anche e soprattutto per capire in che direzione stiamo andando, e in questo caso il "noi" non si riferisce solo a Real-Bikes, ma a tutti coloro che operano nel settore delle due ruote.
Noi, questa volta intendiamo proprio quelli di Real-Bikes, dal canto nostro possiamo offrire l'entusiasmo di chi riparte da zero sospinto soltanto dalle proprie idee.
Non avremo le gambe di Bolt, ma abbiamo cuore.
Quindi, ok... tiriamo un bel respiro. Siete pronti?
Si parte.

p.s.: un abbraccio forte forte lo vogliamo dare a Max, il nostro fotografo, che in questi giorni lavorerà con noi nonostante tutto. Grazie.

sabato 24 ottobre 2009

Come una famigliola all'Ikea


Se in questi giorni abbiamo trascurato questo diario è perché avevamo le mani occupate.
Probabilmente non interesserà a nessuno ma noi ci tenevamo a dirlo lo stesso.
Un po' perché siamo logorroici, un po' perché ci dà fastidio che ci pensiate con le mani in tasca, un po' perché ci piace raccontare i fatti nostri.
Se non fosse così avremmo scelto un altro lavoro, non vi pare?
Tuttavia il nostro silenzio ha una buona motivazione scientifica: stavamo sperimentando di persona la fisica dell'impenetrabilità dei corpi.
Le nostre mani erano occupate nell'inumano tentativo di far entrare un ufficio in una Citroen Picasso (quella vecchia e senza contagiri).
Ci sembra di aver già ricordato che siamo testardi. Inutile dunque che vi diciamo come è andata a finire. Ovvio che anche la fisica si sia piegata al nostro volere.
Certo, c'è chi si è dovuto fare il viaggio di ritorno seduto sul cruscotto, con i piedi puntati sul parabrezza e le mani dietro la nuca a sorreggere una scaffalatura nella classica posa di Atlante, ma sono sacrifici che ogni famiglia deve fare quando c'è di mezzo la costruzione del proprio nido.
E' che da quando è stata fondata la Microboh una strana euforia ci pervade. Un'ebbrezza a cui non siamo abituati, nemmeno Massi che di ebbrezze se ne intende. E cosa fa l'italiano medio quando è allegro? A parte cantare, l'italiano medio spende, acquista, fa shopping. Sereni e inebetiti come una famigliuola in villeggiatura abbiamo vagato senza meta tra mercatini del modernariato, sottoscala polverosi e le frecce giallo/blu del noto magazzino svedese.
In fondo un pizzico di normalità ce lo siamo guadagnati, non vi pare?
Ora però si ritorna a dare gas... con mouse e tastiera.

giovedì 8 ottobre 2009

Venuti al mondo


Come quando tieni la testa sott'acqua.
Trattieni il respiro finché senti di non farcela più. Ti fa male il petto, i polmoni sembrano spremuti dalla pompa del cuore che cerca di creare il vuoto. Senti la pelle del viso tirare e le narici che si dilatano vogliose e bisognose.
Eppure la superficie è lì. Ogni tanto apri gli occhi e scorgi il cielo sopra all'acqua, distingui la palla del sole. E' lì, ti sembra vicino. Allora fai uno sforzo e ti avvicini, ne fai un altro e ti avvicina ancora di più. Le correnti ti ributtano giù verso il blu e temi di non farcela. Allora lotti, ti agiti, ma le energie sembrano dissolversi nell'acqua. Poi sposti lo sguardo e vedi attorno a te qualcun altro che ti incita e ti incoraggia sostenendoti per un po', quel che basta per riprendere coraggio.
Poi un guizzo. Un colpo di reni, nemmeno uno sforzo impossibile ti dici.
E riemergi.
Le narici vogliose non bastano, spalanchi la bocca e ti bevi il cielo con tanto di sole.
Sei sul pelo dell'acqua ma ti senti in cima al mondo.
Riapri anche gli occhi e vedi. Per la prima volta vedi.
Sei nato.

Da oggi ha aperto i battenti la Microboh, la minuscola realtà indipendente che si basa su un unico capitale: il lavoro.
La Microboh è Real-Bikes.
La Microboh è un sogno nato in una lunga notte di sudore che si avvera.


Presto su www.microboh.com

venerdì 2 ottobre 2009

In principio fu un logo...

Marco, il nostro designer, sta lavorando da mesi per creare una grafica d'impatto cha sappia essere efficace ma anche efficiente. Per ovvi motivi non possiamo svelarvi nulla in anteprima, anche se un piccolo assaggio lo avete già avuto con il video promo che abbiamo pubblicato sul sito.
Il percorso è duro. Vi parliamo di quello di Marco, che sta facendo un grande sforzo, ma potremmo parlare di quello di ognuno di noi. Una notevole mole di lavoro di cui non ci preoccupa la quantità quanto la qualità: il fatto di essere liberi, di non avere altri direttori al di fuori di noi stessi ci impone di fare le cose nel miglior modo possibile e a non accontentarci mai.
Accontentare il più esigente dei clienti, cioè noi stessi, sarà la nostra prima soddisfazione. La seconda e più grande sarà quella di mostrarlo a tutti voi, a tutti coloro ci vorranno seguire in questo esperimento editoriale.
Nel frattempo potete iniziare a familiarizzare con un il logo di Real-Bikes e chi ne avrà piacere potrà copiarlo, modificarlo e rispedircelo con la sua interpretazione a info@real-bikes.com. Saremo ben felici di pubblicarlo su questo diario.

giovedì 17 settembre 2009

Disoccupati



Non è facile ritrovarsi disoccupati.
Di certo non siamo né i primi né saremo gli ultimi a subire questa condizione.
Quando con il lavoro ti sottraggono anche un sogno, sulla lingua si sente qualcosa, come una palla ancora più amara dell'amaro. Vorresti piangere, ma i motociclisti non piangono mai quindi preferisci pensare al futuro. Ti ripeti che chiusa una porta si apre un portone, che il mondo è pieno di stronzi ma che in fondo è l'unico mondo in cui ti è dato vivere e concludi che chi dorme non piglia pesci.
Così ti fai coraggio e cerchi una soluzione
Per fortuna puoi condividere i tuoi pensieri con qualcuno che stimi veramente. Qualcuno che ti ascolta non perché vuole da te qualcosa. Semplicemente ti ascolta e ti risponde pure e inizia un dialogo.
Il nostro è un dialogo che va avanti da qualche mese, da quando ritrovandoci con il culo per terra per colpa dell'ennesimo editore, ci è entrato in testa di fare tutto da soli.
I-N-D-I-P-E-N-D-E-N-T-I
Non dover rendere conto a nessuno se non a noi stessi e a chi avrà il piacere di leggerci, seguirci e partecipare a un nuovo modo di intendere il giornalismo di settore.
Forse siamo degli esaltati o semplicemente degli sprovveduti, ma non potremo mai dire di non averci provato fino in fondo.
Disoccupati si diventa, testardi si nasce.

(nella foto di Serra, Massi era pronto al gesto estremo. Ahìnoi qualcuno lo ha fermato).

mercoledì 16 settembre 2009