lunedì 11 gennaio 2010

Letture: Polli per sempre


POLLI PER SEMPRE
Bruno Gambarotta
Garzanti, 2009
191 pagine, 12.6 euro


Polli, sempre polli, fortissimamente polli. E se questa è la libertà...
Che i polli sappiano prestare con consumata abilità hollywoodiana il loro becco a umane metafore è cosa già nota e sperimentata (chi ricorda de Mello?). Nondimeno, quando un attore rende è sempre un piacere riscoprirlo in nuove interpretazioni o in appassionanti avventure. Come quelle vissute dai protagonisti di "Polli per sempre", un popolo improvvisato alla libertà, alla ricerca suo malgrado di una democrazia, un popolo a cui ci si affeziona subito e nel quale è inevitabile rivedere la nostra italianità. Già dal frontespizio appare chiaro che il saggio Bruno Gambarotta - personaggio arcinoto della stampa del piccolo schermo, per cui se non lo conoscete potete tranquillamente arrossire - sia mosso dai nobili propositi di un amorevole nonno: "dopo la democrazia spiegata a figlie e nonne un rivoluzionario passo avanti: la libertà spiegata ai polli".
La divertita e divertente favola di Gambarotta (191 paginette da leggere in un soffio) prende vita dal rovesciamento di un camion e del suo carico, una comunità avicola ignara del proprio destino e dell'esistenza di un mondo al di fuori dell'allevamento dov'era vissuta sino a quel fatidico istante. I superstiti da quel momento debbono fare i conti con la libertà, uno status a cui nessuno li aveva mai educati. Inevitabili gli scontri di posizione per la leadership e le differenze di vedute, la difficoltà di procurarsi il cibo e quella di rassicurare le masse, il desiderio di rivoluzione e quello di una vita serena a razzolare nel mangime fornito dall'uomo, il tutto condito con la giusta dose di ironia. C'è chi attuerà la secessione e fonderà la Pollania Libera (che poi tanto libera non sarà) e chi già pensa agli affari sfruttando la vita dissoluta dei tacchini e l'abilità finanziaria dei conigli (ogni riferimento a cose o polli realmente esistenti è casuale) fino a mettere in scena Il Grande Pollo. Non mancano la religione e i dissapori personali, le invidie e le incomprensioni, il livore e una naturale miopia che rendono la squadra di "Polli per sempre" un quadretto su quello che siamo.

"sappiate che nessuno ci porterà più da mangiare"
"come sarebbe a dire nessuno? Perché allora ci hai portato qui? Il mangime vario e abbondante è un nostro diritto inalienabile!"
"siamo liberi, e la libertà comporta che dobbiamo procurarci il cibo da soli"
"se questa è la libertà, te la puoi tenere! Vogliamo ritornare nella condizione di prima"

RB SCORE 4/7

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