lunedì 24 maggio 2010

La mia telecronaca della MotoGiPì: round 3 Le Mans



Per il III round del motomondiale, mi sono trasferito, temporaneamente, in Romagna. Era mio desiderio rilassarmi e mio fratello, il Lord, me ne ha offerto l'opportunità: un week-end al mare. Ho accettato al volo, ma avrei dovuto insospettirmi, avrei dovuto sentire la puzza di bruciato o, quantomeno, quella dei pannolini di Chicco, la mia piccola, spassosa e maleodorante fregatura: un pupo di 15 mesi che non riesce ancora a dire “zio”, ma che ha già le idee chiare su quello che vuole o su come non farti seguire la MotoGP. Il week-end prevedeva, se non fosse ancora chiaro, il servizio di baby-sitting.

Sarebbe potuto succedere in qualsiasi altro fine settimana e, invece, è accaduto in quello di una finale di Champions League memorabile (sì lo ammetto, ogni tanto guardo anche il calcio) e di una super classica della MotoGP, Le Mans.

Sono riuscito a sbirciare la vittoria dell'Inter portando a passeggio il pupo. Di tanto in tanto mi fermavo in prossimità di un bar o di una finestra, e rubavo con lo sguardo qualche azione. Invariabilmente il piccolo Enrico iniziava a protestare per queste soste, a suo avviso, immotivate. E come dargli torto?

Per quanto riguarda la MotoGP, ho puntato a sfiancare il piccolo per tutta la domenica mattina, nella speranza che l'orario della gara coincidesse con quello del suo pisolino. Non c'è stato niente da fare: non solo ha resistito a una prolungata camminata sotto il sole, ma è arrivato, al contrario del sottoscritto, fresco e pimpante al ristorante dove avevo deciso di seguire la gara. In fondo il mio ideale era abbastanza semplice: Romagna, birra fresca, ristorantino sulla spiaggia e grigliatona. Avete letto bambino inzozzato di pomodoro nel mio programma?

Dopo i preamboli, ecco la nuda telecronaca:
Pre-partenza. Dopo il warm-up, Lorenzo indossa il costume da bagno. Stoner quello da Gabibbo. Ordino la grigliata, mentre Simoncelli e Melandri corrono al negozio di cartucce. Ma com'è che corrono solo lì? Enrico dice: “tattaratttatà”. Non ho ben capito se stia incitando i piloti a partire o il cameriere a portare la pasta.

Partenza: Rossi scatta in testa inseguito da Lorenzo e Pedrosa. Indossato il bavaglio, Enrico non teme la salsa di pomodoro e si tuffa – letteralmente – in un piatto di pasta, mentre attendo con pazienza l'arrivo della mia grigliata di pesce. Alla fine del primo giro, Simoncelli si sistema la chioma, Lorenzo il costume da bagno. Dopo un paio di giri appare chiaro che Lorenzo è in giornata, ma pure Enrico non è da meno e finisce il suo piatto di pasta, anche perché più di metà viene equamente distribuita tra pavimento, tavolo e vestiti di tutti coloro che stanno nel raggio di tre metri; io attendo la grigliata.

Stoner finisce a terra. Enrico ha la faccia completamente rossa e non perché è ducatista: ha salsa di pomodoro ovunque. Ma come diavolo ha fatto? Stoner a cadere intendo. In questo momento non so chi dei due assomigli di più al Gabibbo.

Dovizioso recupera dovizioso. E Pedrosa tiene il passo dei primi due: oggi le Honda sembrano andare anche al di fuori della Moto2. I camerieri invece no, dov'è la mia grigliata? Il pupo ha già finito e io devo ancora iniziare. Ora chi lo tiene?

Lorenzo passa Rossi. Ora chi lo tiene? Forse corre con una mille, ma oggi Lorenzo è una scheggia, troppo veloce anche per il dottore, come Enrico lo è per me. Arrivata la grigliata perdo progressivamente interesse per una gara che piomba nella noia. Porgo alcuni gusci di mitile al pupo che ne sembra incuriosito.

Lorenzo prende margine. Enrico, invece, prende di mira lo zio con i gusci di mitile.
Pedrosa perde il duello con Dovizioso e dimostra perché non è ancora in grado di vincere il mondiale. Enrico, ha una mira eccezionale per l'età.

Lorenzo vince. Ma che fa? La scenetta alla Valentino? Ma non ne bastava uno? Enrico si lamenta: nel cinema di Lorenzo non danno nemmeno i cartoni animati, maddai.


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